lunedì 3 dicembre 2007

nuova politica nuovi mezzi

E' nato blogolandia.it un blog in cui cittadini di ogni comune possono creare un loro blog, nominare il proprio sindaco e scegliere quali problematiche debbeno essere affrontate per prime.Praticamente un nuovo modo di fare politica dal basso. Funzionerà ? Sarà da stimolo alle vere amministrazioni comunali ? Gli amministratori delle città saranno in grado di sfruttare queste risorse ?
Domande che per il momento restano senza risposta.
Certamente, vista l'esplosione di blog, specialmente tra le giovani generazioni, sarà un mezzo che appassionerà sicuramente i ragazzi al gioco della politica. Cosa che anche gli amministratori, non potranno evitare. Ma quando accadrà ciò ?
Sarebbe interessante avere un parere proprio dal popolo che abita la rete dei blog.

lunedì 26 novembre 2007

università francesi

Sembra un film già visto. Gli scontri del 1968 in tutta europa. Poi gli anni della contestazione del 1977. Il terrorismo e le contestazioni sociali. In anni più recenti la Pantera a La Sapienza di Roma ed ancora le varie occupazioni degli atenei italiani, diventati quasi una tradizione di inizio anno.
Dagli scontri alla Sorbona, da cui poi in qualche maniera sono derivati i roghi nelle periferie della città di queste ultime ore, sembra partire il solito messaggio degli universitari: se si inserisce un qualsiasi criterio di merito, sono inevitabili gli scontri, se pensi di poter addivenire ad un minimo di autonomia degli atenei, noi occupiamo.
Un film già visto, appunto, se non ci fosse di mezzo lo scontro tra il nuovo Presidente, il suo nuovo modo di fare politica ed il suo rapporto con i cittadini francesi.
Una luna di miele che sembrava in crescita ed in parte invidiata da molti governanti del resto d'Europa.
Ora prima lo scontro con i lavoratori dei trasporti e poi questo con gli studenti. Il primo, quello con i lavoratori dei trasporti sembra aver trovato proprio da parte dei cittadini una sponda per il presidente francese.
Se riuscirà a portare anche nello scontro con gli studenti, la maggioranza dei cittadini dalla sua parte, probabilmente riuscirà nell'intento di marcare fortemente con la sua impronta i prossimi decenni della Francia, se in caso contrario la protesta studentesca si coagulerà ad altre proteste si potrebbero aprire seri problemi nella politica francese.
E' questa forse la verà novità negli scontri in atto alla Sorbona.

articolo sulla questione Rom

In occasione della giornata internazionale del fanciullo, lo scorso 20 novembre, promossa dall'Unicef, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, ha lanciato il suo personale appello perchè il Parlamento ed il governo predispongano una normativa che permetta di conferire la ciottadinanza italiana ai bambini stranieri nati sul nostri territorio e comunque dopo cinque anni di presenza.
La dichiarazione del Presidente ha già sollevato reazioni contrastanti, ed è facile immaginarne altre nelle prossime settiomane, tra chi vede con favore tale normativa come una azione umanitaria verso i bambini e chi invece legge nell'appello un altro abbassamento delle difese contro l'immigrazione clandestina. Basta pensare ai fatti di questi giorni nel comune di Cittadella, e ai tentativi della Lega di impedire anche la richiesta di residenza.
Per la verità Napolitano ha anche ribadito che l'integrazione dei giovani, particolarmente rom e romeni, dovrà essere fatta nel pieno della legalità. Ma come spesso succede, quando il clima è arroventato da polemiche, e da contestazioni sull'onda di particolari emotività, si tende a cogliere nei discorsi altrui solo ciò che si vuole. Così è stato anche questa volta e il ragionamento più generale del Presidente si è perso nello scontro di posizioni, sviluppato immediatamente dopo le dichiarazioni.
Il tutto si è inserito sulle polemiche divampate all'indomani dell'uccisione della donna da parte di un romune, presso la stazione della metro a Tor di Quinto a Roma, dagli scontri etnici che ne sono derivati e dalle misure urgenti che il Governo ha ritenuto di dover immediatamente approvare per arginare il fenomeno.
Su queste in particolari si è scagliarta un parte dell'opinione pubblica, ritendendole tardibve e troppo morbide. Non si può nascondere che , pparticolarmente con i rom e i loro insediamenti, ci sia un clima di emarginazione e di sfiducia nella loro capacità di integrarsi nella società italiana. Specie chi vive più da viciono il fenomeno, e spesso perciò i cittadini delle periferie delle grandi aree urbane, si scontrano tutti i giorni nell'eterna loitta con i rom tra i timidi tentativi di integrazione e i palesi atteggiamenti di illegalità, piccoli furti, accattonaggio, problemi più generali legati alle pessime condizioni igieniche e sanitarie.
Cittadini, quelli delle periferie, che spesso si trovano a dover fare i conti con uno sviluppo della città schizzofrenico figli di piani regolatori ignorati o spesso volutamente non approvati, misure che negli ultimi decenni del 900, specialmente dagli anni 50 agli anni 80, hanno creato ulteriori situazioni di disagio, e sui quali si sono insediati prima i campi nomadi dei rom, e in anni più recenti i nuovi insediamenti degli extracomunitari. Una vera miscela esplosiva che deflagra (come accaduto a ponte Mammolo alla periferia romana con scontri tra giovani italiani e rom, a colpi di pistola e bastoni) in una guerra tra poveri e nuovi poveri. Fenomeno che non si ferma certo all'italia, basta pensare alla ripresa delle proteste nelle periferie di Parigi.
Negli ultimi anni il tentativo di riqualificare le periferie, intentato in molte nostre città, ha portato qualche frutto, ma è pur sempre ancora un processo appena avviato.
Molte delle agenzie di volontariato operanti nei territori a più alto rischio, continuano a ripetere che serve una svolta culturale verso i territori e tutti i loro abitanti, italiani, rom ed extracomunitari. Azione che possa coniugare il rispetto della necessaria legalità all'integrazione con i nuovi arrivati, e ai rom che abitano il territorio da molti anni.
Solo cosi facendo, le misure intraprese dal Governo potranno essere pienamente efficaci e non rappresentare un ulteriore occasione persa.
Proprio questo sembrava essere la base del ragionamento che il presidente Napolitano ha svolto nella giornata per l'infanzia, ma che purtroppo in molti non hanno ascoltato per intero.

martedì 20 novembre 2007

venerdì 16 novembre 2007